PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

Anno accademico 2019/2020 - 2° anno
Docente: Laura Saija
Crediti: 6
Lingua di insegnamento: Italiano
Organizzazione didattica: 150 ore d'impegno totale, 94 di studio individuale, 28 di lezione frontale, 28 di esercitazione
Semestre:

Obiettivi formativi

Questo corso introduce lo studente alle conoscenze teoriche e abilità tecniche necessarie ai professionisti, a diverso titolo, assistono vari attori territoriali preposti alla gestione e al miglioramento del rapporto tra comunità insediate e i loro ambienti di vita. Per quanto sia di livello introduttivo, il corso combina attività di studio teorico ad esercitazioni di pratica professionale, per cui è specificatamente rivolto a studenti interessati a intraprendere una attività professionale direttamente o indirettamente connessa al campo della pianificazione territoriale.


Modalità di svolgimento dell'insegnamento

La classe combina attività di studio teorico e seminariale con attività di esercitazione pratica. Il presupposto è che lo studente che apprenda con più facilità nuovi contenuti teorici e tecnici quando viene, immediatamente, chiamato ad applicarli e valutarli criticamente nella pratica. Una buona parte del percorso di apprendimento di questo corso si basa sulla possibilità per ciascuno/a studente/ssa di riflettere criticamente sull’efficacia e la qualità del lavoro che esso/a stesso/a ha svolto – sulla base dei materiali studiati e di feedback raccolti in classe –. Per questo sono ALTAMENTE CONSIGLIATI sia la frequenza che lo svolgimento TEMPESTIVO e PUNTUALE delle esercitazioni settimanali. In particolare:

  • Attraverso lezioni teoriche e seminari – concentrate per lo più nel primo dei due giorni settimanali di lezione - gli studenti impareranno gli aspetti della pianificazione territoriale che hanno caratterizzato la nascita di questa disciplina tecnica nei primi anni del secondo dopo guerra nonché le principali innovazioni valoriali, normative, tecniche e tecnologiche che ne hanno profondamente mutato gli aspetti sia normativi che pratico-professionali nel corso degli ultimi decenni. In questo modulo, le lezioni frontali possono essere integrate da seminari di auto-apprendimento in cui gli studenti saranno chiamati a condividere criticamente il contenuto di letture pre-assegnate.
  • Attraverso una esercitazione pratica (laboratorio) gli studenti sperimenteranno cosa significhi inquadrare un ambito territoriale, interpretarne i principali aspetti problematici per poi identificare le principali strategie di azione per il trattamento di tali aspetti. L’esercitazione verrà condotta da ciascuno studente individualmente o in gruppi di lavoro, attraverso una serie di esercitazioni settimanali, ciascuna in continuità con le precedenti. Il secondo dei due giorni settimanali di lezione verrà per lo più dedicato alle indicazioni su come svolgere l’assegnazione della settimana e alla revisione collettiva delle esercitazioni assegnate nelle settimane precedenti. Nel corso di tali ore, a ciascuno studente verrà chiesto di lavorare in aula, da solo o in gruppo, e/o di condividere gli esiti del proprio lavoro con il resto della classe al fine di raccogliere feedback.

Prerequisiti richiesti

Sebbene non siano richieste, conoscenze di base di cartografia e disegno, software di gestione delle immagini digitali e di una piattaforma GIS sono molto utili.


Frequenza lezioni

La pianificazione, come tutte le discipline tecniche, richiede un "saper fare" che non è possibile apprendere in solitudine, studiando da libri e appunti. Per questo motivo la frequenza delle lezioni, sebbene non obbligatoria, è FORTEMENTE consigliata. Ogni studente è chiamato ad indicare al docente, all'inizio del corso, se intende sostenere l'esame come studente frequentante o non frequentante.

Nel caso degli studenti frequentanti, è richiesta non solo la presenza in aula ma anche la piena e vigile partecipazione alle attività in corso. Ciascuno studente può compiere assenze giustificate per ragioni mediche e serie ragioni familiari e nono più di una assenza non giustificata, per un totale di assenze che non superi il 25% del totale di numero di ore di lezione frontale previste. Un numero di assenze superiore inciderà nella valutazione del suo rendimento ai fini dell’esame.

Nel caso di studenti non frequentanti, l'accesso delle lezioni è libero, ma il programma da paresentare agli esami include un aspetto esercitativo diverso da quello degli studenti frequentanti, i cui dettagli saranno accuratamente forniti dal docente sotto richiesta dello studente.


Contenuti del corso

  1. Cosa è la pianificazione territoriale, tra tecnica e politica - Definizione di città – che cosa la “caratterizza” e come si è evoluta nel tempo / Che cosa è una mappa catastale e che cosa rappresenta / La crisi urbana, fasi evolutive / Definizione di territorio e natura del rapporto tra città e territorio / Cosa è la pianificazione? / Scuole di “pensiero” da cui nasce la pianificazione secondo Ludovico Quaroni.
  2. I caratteri della pianificazione delle origini - Il processo di produzione urbana e i soggetti coinvolti / Responsabilità e competenze di governo e pianificazione in Italia e in Sicilia / Contenuti della LN1150/42 e della LRS 71/78 / Struttura di una istituzione pubblica; quali organi hanno compiti e responsabilità pianificatorie? Quali sono tali compiti e responsabilità? / I tipi di piano istituiti dal quadro normativo urbanistico siciliano alle diverse scale geografiche (piani territoriali, piani regolatori generali comunali, piani attuativi): riferimenti normativi, obiettivi e caratteristiche.
  3. Gli standard urbanistici - Le trasformazioni del territorio italiano negli anni del secondo dopoguerra / i meccanismi della ricostruzione e della speculazione edilizia (le mani sulla città) / La mancata riforma urbanistica del Ministro Sullo: presupposti culturali e normativi / La legge ponte e il DM 1444/68 /Tipi e caratteristiche delle Zone Territoriali Omogenee / Calcolo dei principali indici urbanistici (indici di densità/fabbricabilità fondiaria Vs. indici di densità/fabbricabilità territoriale) / Cosa sono gli standard urbanistici e come si calcolano / In quale modo si pensava gli standard contribuissero a contrastare la speculazione edilizia?I
  4. l tema del recupero in pianificazione - L’insorgere del movimento per la salvaguardia dei centri storici e La Carta di Gubbio / esempi di applicazione della Carta di Gubbio / Rifermenti normativi (LN 457/78 e LRS 13/15) / Definizione di tessuto urbano ai fini della pianificazione per il recupero urbano / Strumenti normativi per recupero (comparto, piano di recupero, perimetrazione centri storici, etc.) / gli strumenti dell’analisi e del progetto per il recupero urbano (analisi tipologica Vs. Analisi morfologica dei tessuti) / il tema del recupero a scala territoriale.
  5. La “rivoluzione” ambientale in pianificazione - L’insorgere della questione ambientale nel dibattito pubblico e impatto sulla disciplina della pianificazione / Dalla pianificazione ambientale alla pianificazione ‘ecologica’ / definizione di Impronta ecologica urbana e rilevanza per la pianificazione / la scuola territorialista.
  6. La "rivoluzione” processuale (pianificazione strategica, negoziata, partecipata) - Dal piano a processo di pianificazione: origini della crisi della pianificazione e possibili risposte / Differenze e similitudini tra pianificazione negoziata, strategica e partecipata / i temi della pianificazione “circolare”.

Testi di riferimento

  1. Salzano E. (2005) Fondamenti di urbanistica. Bari: Laterza
  2. Quaroni L. (1954) Pianificazione senza urbanisti in Casabella continuità n° 202, pp. 33-37
  3. Campos Venuti G. (1993) ‘Cinquant’anni: tre generazioni urbanistiche’. In Campos Venuti G. e Oliva F. (a cura di) Cinquant’anni di urbanistica in Italia 1942-1992. Bari: Laterza
  4. LN 1150/42 (testo coordinato e aggiornato); LRS 71/78 (testo coordinato e aggiornato); Legge Ponte e DM 1444/68
  5. Bettini V. (2004) Paradigmi e Teorie. In in Bettini V. (2004) Ecologia Urbana. L’uomo e la città. Torino: UTET; pp. 55-80
  6. Rees W. E. (1997) Urban Ecosystems: the human dimesion. - trad. it in Bettini V. (2004) Ecologia Urbana. L’uomo e la città. Torino: UTET; pp. 89-100.
  7. Giusti M. & Magnaghi A. (1994) L’approccio territorialista allo sviluppo sostenibile. In Archivio Studi Urbani e Regionali, n°52, pp. 45-74
  8. Bobbio L. (a cura di, 2004) A più voci. Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini nei processi decisionali inclusivi, Edizione scientifiche italiane, pp. 1, 2, e 9-53 (disponibile on-line all’indirizzo: http://partecipazione.formez.it/sites/all/files/A%20più%20voci.pdf
  9. pp. 6-10 del Piano Strategico della Città Metropolitana di Genova (https://pianostrategico.cittametropolitana.genova.it/sites/default/files/psm2017/All.1_PSM%20aprile%202017.pdf )per comprendere cosa è la pianificazione strategica e capire il suo rapporto con la pianificazione territoriale tradizionale.


Programmazione del corso

 ArgomentiRiferimenti testi
11. cosa è la pianificazione territoriale1, 2, 3 
22. La pianificazione delle origini1, 3, 4 
33. Gli standards urbanistici1, 3, 4 
44. Il tema del recupero in pianificazione1, 3, e 4 
55. La rivoluzione ambientale in pianificazione1, 3, 5, 6, 7 
66 La rivoluzione processuale in pianificazione7, 8, 9 

Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

La verifica e conseguente valutazione del rendimento di ciascuno studente varia nel caso degli studenti che scelgono di frequentare il corso e quelli che invece decidono di sostenere l'esame finale da non frequentanti, sulla base dei seguenti criteri.

STUDENTI FREQUENTANTI

  • Frequenza delle lezioni: la frequenza delle lezioni verrà registrata mediante foglio firme a circa 20 dall'inizio della lezione. La frequenza implica non solo la presenza in aula ma anche la piena e vigile partecipazione alle attività in corso. Ciascuno studente può compiere massimo una assenza non giustificata e verrà giustificato per assenze doveute a motivi di salute e seri motivi familiari. Il totale delle assenze non senza che questo comporti un impatto nella valutazione del suo rendimento. A seguito di una conversazione con la docente e/o sotto opportuna documentazione, è possibile essere giustificati per un massimo totale di quattro assenze. In tutti gli altri casi, ogni assenza comporterà una riduzione del voto finale. La quantità e qualità della partecipazione alle attività svolte in aula pesa per il 20% (6/30) nella valutazione finale del rendimento didattico.
  • Completamento dell'esercitazione didattica: l’esercitazione didattica finale – da presentarsi all’esame finale – è il prodotto di sintesi di diverse esercitazioni settimanali. Ogni settimana lo studente è chiamato a seguire le indicazioni del docente durante le ore di lezione, raccogliere e analizzare dati in base alle indicazioni ricevute nel proprio tempo di studio individuale al fine di condividere il proprio lavoro con il resto della classe durante la lezione della settimana successiva. La puntualità e il rigore con cui verranno svolte le esercitazioni didattiche settimanali e come esse verranno inglonate nell'elaborato finale da presentare agli estami contano per il 40% (12/30) nella valutazione finale del rendimento didattico.
  • Prove in itinere e finale: i contenuti teorici del corso saranno oggetto di un esame scritto che è diviso in due parti. Una prova in itinere, che copre i contenuti afftontati durante la prima metà del corso, e un esame finale, che copre i contenuti affrontati durante la seconda metà del corso. L’esito delle due prove scritte conta per il 40% (12/30) nella valutazione finale del rendimento didattico.

Sintesi della Scheda di valutazione per studenti frequentanti:

  • Frequenza e partecipazione attiva alle lezioni: 20% (6/30)
  • Esercitazioni didattiche settimanali ed elaborato finale: 40% (12/30)
  • Prova in itinere e prova finale: 40% (12/30)

 

STUDENTI NON FREQUENTANTI:

  • Prove scritta e orale: i contenuti teorici del corso saranno oggetto di un esame scritto a domande aperte attraverso cui efefttuata una prima valutazione della conoscenza di base dei contenuti teorici del corso da parte dello studente. Le risposte dello scritto, inoltre, saranno la base di un esame orale, avente l'obiettivo di valutare la comprensione critica dei contenuti teorici del corso. L’esito combinato delle prove scritte conta per il 60% (18/30) nella valutazione finale del rendimento didattico.
  • Completamento dell'esercitazione didattica: l'esercitazione didattica è un elaborato scritto e grafico redatto in autonomia e individualmente da ciascuno studente, la cui elaborazione permette di in che modo gli argomenti teorici studiati in letteratura sono strati tradotti praticamente in una esperienza di pratica professionale. La qualità con cui è redatta l'esercitazione per al 40% (12/30) sulla vautazione complessiva del rendimento dello studente agli esami. In particolare a ciascuno studente è richiesto di:
    • scegliere un comune italiano con minimo 50.000 abitanti dotato di un piano regolatore generale di ultima generazione (redatto nel corso dell’ultimo ventennio);
    • reperire ed esaminare attentamente tale piano regolatore generale comunale al fine di redigere una relazione di minimo 30.000 massimo 50.000 caratteri (spazi inclusi) sulla rispondenza di tale piano ai temi trattati dal corso, in cui seguire la seguente articolazione di paragrafi:
      • il contesto geografico e amministrativo di rifermento;
      • il contesto normativo di riferimento (attenzione ai comuni non siciliani, per i quali il quadro normativo potrebbe essere molto differente da quello della LRS 71/78) e la sua “storia pianificatoria” (di che comune si tratta e quali sono le sue caratteristiche urbanistiche salienti? Qual è la sua storia urbanistica? Con quali piani il comune ha regolato il suo processo di urbanizzazione dal dopoguerra a oggi? A che punto dell’iter di approvazione è Qual è lo “status” dello strumento urbanistico in vigore?);
      • altri informazioni utili sul piano in oggetto (e. g. chi lo ha redatto? È un pianificatore “noto”? altre informazioni utili desunte da fonti che non sono il piano stesso?).
      • specifici paragrafi attrsverso cui commentare in che modo il piano in oggetto affronta i temi della speculazione edilizia, della qualità dei tessuti urbani (in particolare, esprimersi in merito al soddisfacimento degli standard urbanistici), della tutela e valorizzazione del centro storico, della tutela e valorizzazione del territorio e del paesaggio, della limitatezza delle risorse ecologico-ambientali, della qualità dei cicli ecologici urbani e territoriali, del coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di piano, e del collegamento dell’urbanistica con la programmazione e la costruzione di politiche urbane e progetti strategici.
    • Riportare nella relazione riferimenti espliciti ai materiali di studio teorici, in modo che, oltre al contenuto specifico del piano, emerga chiaramente il contributo riflessivo dello studente a valle del raffronto tra di esso e le idee, i concetti e gli strumenti appresi dalle letture;
    • Allegare alla (o inserire nella) relazione delle mappe geografiche che illustrino la localizzazione del comune, e gli aspetti geografico territoriali ritenuti importanti ai fini della relazione stessa. Per la redazione di tali mappe si consiglia l’uso di una piattaforma GIS.

La qualità e la completezza della suddetta relazione contano per il 40% (12/30) nella valutazione finale del rendimento didattico.

Sintesi della Scheda di valutazione per studenti NON frequentanti:

  • Prova scritta e orale: 60% (18/30)
  • Esercitazioni didattica (relazione su un PRG recente): 40% (12/30)

Esempi di domande e/o esercizi frequenti

  • Che cosa è la pianificazione territoriale?
  • In che modo la crisi ambientale degli anni 70 ha modificato le tecniche di pianfiicazione territoriale?
  • In che modo oggi possono/devono essere coinvolti gli stakeholders nei processi di pianificazione territoriale?
  • Che differenza c'è tra pianificazione negoziata e pianificazione partecipata?
  • In che modo si calcolano gli standard urbanistici in un territorio comunale e che scopo?
  • Che differenza c'è tra un indice di densità fondiaria e uno di densità territoriale?